THE WAY TO BE FREE

Per il caldo ho allucinazioni molto vivide.
Ecco che ora sta accadendo, di nuovo.
Apro la porta della stanza e la vecchina entra.
La faccio accomodare sull’unica sedia, accanto al letto, il mio letto.
Sono sveglio, ma sono rimasto a letto, anche se è già quasi mezzogiorno: mi piace leggere così.
Quando cambio lato, cambia l’inquadratura…
Ora però stavo leggendo di psicologia, finché non sono ricominciate le visite di questi personaggi.
Gente comune, soprattutto vecchi. Ma anche qualche uomo o donna di mezza età. Mai giovani.
Entrano, anzi prima suonano un invisibile campanello che non c’è, al che io mi alzo e apro loro la porta, gentilmente. La porta in realtà è già aperta, per fare corrente, ma quando mi sento costretto ad alzarmi per andare ad aprire a quelle persone la ritrovo ogni volta chiusa e di un colore sempre più pallido, lattiginoso, sicuramente molto differente dal solito.
Mi dicono il loro nome, nomi che dimentico subito, mai uditi prima, di paesi lontani, in lingue sconosciute.
Li faccio sempre sedere lì, sulla stessa e unica sedia logora, a fianco del letto, disfatto, dove ho lottato contro il caldo e sudato copiosamente tutta la notte. Mentre loro timidamente guardano in giro e notano le cose, ma non dicono nulla, io me ne torno mestamente al mio giaciglio, sempre più affranto.
Si siedono, finalmente, appena sul bordo, e se ne stanno immobili, compunti, ma rimangono solo qualche minuto e poi lentamente si dissolvono, scompaiono: ritornano al nulla da cui forse provengono…forse anch’io son come loro.